Le ricostruzioni paleoecologiche e paleoambientali rappresentano un affascinante viaggio nel tempo, permettendo di svelare i segreti di ecosistemi antichi e sconosciuti e i cambiamenti che li hanno modificati. Attraverso l'analisi dei sedimenti e dei resti fossili noi paleontologi leggiamo e raccontiamo la storia della vita di milioni di anni fa.

Questi studi offrono uno sguardo unico sulla biodiversità passata rivelando come quest'ultima si sia adattata a condizioni climatiche variabili o addirittura come abbia reagito ad eventi catastrofici come glaciazioni o eruzioni vulcaniche. Queste conoscenze ci possono aiutare a comprendere meglio le attuali sfide ecologiche offrendo spunti per la conservazione della biodiversità.

L'ichnologia è la scienza che studia le tracce fossili e le usa per interpretare sia il comportamento dell'organismo che ha lasciato la traccia, sia per avere utili informazioni sul tipo di contesto deposizionale sul quale viene impressa la traccia. Parametri come intensità di bioturbazione e diversità di tracce sono fondamentali per avere un quadro completo degl iambienti deposizionali. L'uso delle tracce fossili diventa anche particolarmente interessante per andare a studiare quegli ambienti dove i processi tafonomici non permettono la preservazione dei resti fossili tradizionali: questo prota ad applicare l'icnologia addirittura in realtà come Marte!

I macroforaminiferi sono fossili con una velocità evolutiva talmente elevata che risultano eccellenti indicatori biostratigrafici e importantissimi proxies ambientali. Nel nostro laboratorio, vengono usati per ricostruire le dinamiche deposizionali e variazioni paleoambientali lungo sequenze stratigrafiche del dominio provenzale eocenico.